giovedì 11 ottobre 2007

I Tre Moschettieri - A. Dumas


"Non ho la casacca da moschettiere, ma il cuore sì"
(D'Artagnan)
Questo libro ci è particolarmente caro, essendo stato nostro fedele compagno negli anni della gioventù, perciò a lui diamo l'onore di inaugurare questo nostro spazio.
Spesso sottovalutato dalla critica e declassato nel limbo dei feuilleton o dei romanzi per ragazzi, ci sembra tuttavia che codesta opera meriti d'esser altrimenti considerata.
Immortalità è la parola per comprenderla: chi non ricorda l'incanto sottile e perverso di Milady? O il ronzino dal manto giallastro su cui D'Artagnan giunge a Parigi? Quel fatiscente quadrupede il cui colore s'è altresì già riscontrato in botanica, ma mai nel regno animale...
E sarà pur vero che il cardinale Richelieu non fu così diabolico, però lo preferiamo così: machiavellico, losco figuro... e romantico (non ha forse scatenato la guerra a La Rochelle per conquistare la Regina? Rileggetevi il libro).
E che dire dei Nostri? Leggendo e rileggendo ne scopriamo un lato nascosto: Athos è la nobiltà, Aramis il letterato e l'uomo di chiesa che aspira al potere, Porthos l'arrampicatore sociale, D'Artagnan l'avventuriero; insieme sono la chiave di lettura di un'epoca, chiave di indubbio valore storico...o quasi, dopotutto, siamo sempre nel regno di Dumas, il quinto moschettiere.

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